PROSEGUE LA RUBRICA DI PROMOZIONE DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI ALESSANDRIA SVILUPPATA DA CONFARTIGIANATO, CON LA QUATTRODICESIMA TAPPA AD OVADA E LA VISITA AL CHIESA DELLA BEATA VERGINE NOTA ANCHE COME SANTUARIO DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE
La chiesa fu edificata nel 1640 in seguito al solenne voto fatto dalla popolazione ovadese alla Madonna Beata Vergine, perché li liberasse dall’epidemia di peste del 1631: la popolazione decise di innalzare una chiesa in onore dell'Immacolata, se fosse cessato il morbo. A grazia ottenuta, venne presa la decisione che il Santuario appena costruito sarebbe stato officiato dai Frati Cappuccini presenti ad Ovada, in quanto privi di un convento. Fu anche deciso che la chiesa avrebbe avuto il titolo di Immacolata Concezione di Maria Santissima, titolazione che assecondava la particolare devozione praticata dall’Ordine, a quel tempo non da tutti condivisa. Due lapidi ancora leggibili ricordano la posa della prima pietra nel 1640 e la consacrazione il 26 Maggio 1662.
Per questo motivo la facciata si presenta con uno stile sobrio e semplice a forma di capanna con una sola navata e due cappelle laterali, un impianto architettonico corrispondente allo spirito dell’Ordine francescano.
Nel 1935, a seguito di un grave incendio che danneggiò l’intero edificio, la facciata fu dipinta a strisce orizzontali bianche e nere, arricchita con due bifore in cemento e con la presenza di un rosone centrale, in stile finto romanico. Un intervento degli anni ’70 del 1900 ne ha stravolto anche l’impianto originale interno, facendole perdere ogni unità stilistica.
All’interno si può ammirare un altare maggiore ligneo che conserva lo stile semplice dei Cappuccini ed è opera degli ebanisti Piantanida da Cedrate Milanese, i quali lo realizzarono fra il 1742 e il 1744 su ordine del Doge di Genova, Nicolò Spinola.
Nella nicchia centrale dell’altare è custodita una statua lignea policroma della Madonna con il bianco abito riccamente panneggiato che la fa risaltare dallo sfondo scuro dell’ancona, ai lati della quale si stagliano i Santi Rocco e Sebastiano.
Sono poste una di fronte all’altra due tele dipinte dall’ovadese Geronimo Buffa che rappresentano "Gesù incoronato di spine” e “La flagellazione di Gesù” e altre due tele sacre con Sant’Antonio e San Felice da Cantalice attribuite al genovese Giuseppe Palmieri (1674-1740).
Le molte manomissioni subite dall’edificio hanno disperso le numerose lapidi tombali: ricordiamo quelle di Niccolò Vela (1665 – 1732), generale dell’Impero, combatté nelle Fiandre, in Ungheria ed in Corsica, dove fu inviato per reprimere le rivolte; e quella di Ortensio dei marchesi Faà di Bruno, noto come Abate di Carentino, che seminò terrore e morte nei territori monferrini, fino al suo ritiro in Ovada dove morì nel 1709.
Nella vicina piazza si può vedere una piccola statua dedicata a San Francesco fondatore dell’Ordine.
L'azienda testimonal del monumento, a cui richiedere il folder cartaceo con le indicazioni per raggiungerlo, é la pasticceria caffé Bottaro & Campora, situata ad Ovada in Via Cairoli n.155 www.bottaroecampora.it
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